Circolare
ministeriale 18 settembre 2002, n.101
Prot. n.16214
Dipartimento per lo Sviluppo dell'Istruzione - Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici - Direzione Generale per la formazione e l'aggiornamento del personale della scuola
Oggetto: Decreto di attuazione del progetto nazionale di sperimentazione ex art. 11 D.P.R. n. 275/99 - Scuola dell'infanzia e prima classe di scuola elementare - Indicazioni e istruzioni.
Con lettera circolare
prot. n. 14777 in data 9 agosto 2002 è stata trasmessa alle SS.LL. la
bozza del progetto di sperimentazione nella scuola dell'infanzia e nella prima
classe della scuola elementare per l'anno scolastico 2002/2003 per gli adempimenti
preliminari finalizzati alla individuazione delle istituzioni scolastiche sperimentali
e all'accertamento delle condizioni di fattibilità.
La formalizzazione del provvedimento era connessa all'acquisizione del prescritto
parere da parte del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, tempestivamente
richiesto ai sensi dell'art. 11 del Dpr 8 marzo 1999, n. 275.
In data 10 settembre 2002 il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione ha
espresso il richiesto parere, accompagnandolo con una serie di osservazioni
e di proposte opportunamente valutate e accolte nel decreto in oggetto, nei
limiti e con le precisazioni espressi nella relazione formulata dal Ministro
dell'Istruzione nel corso della seduta del Consiglio stesso. Nel contempo anche
l'ANCI, l'Associazione nazionale dei Comuni italiani, ha provveduto all'invio
di proprie osservazioni sul progetto nazionale di sperimentazione che sono state
attentamente considerate nella predisposizione del decreto medesimo.
Il decreto in oggetto, emanato al termine della procedura consultiva e trasmesso
con le presenti note, individua gli obiettivi del progetto di sperimentazione,
i criteri e le modalità della sua attuazione sul territorio nazionale,
le condizioni e i requisiti richiesti, le misure di accompagnamento.
Nell'occasione si ritiene opportuno precisare e chiarire i principali aspetti
del provvedimento al fine di favorire al massimo della funzionalità l'attuazione
del progetto di sperimentazione, affinché possa costituire effettivamente,
nell'insieme delle diverse progettazioni autonomamente realizzate, un laboratorio
di ricerca per la riforma degli ordinamenti scolastici della scuola dell'infanzia
e della scuola elementare (denominata scuola primaria nel disegno di legge di
riforma).
A tale riguardo e nel rispetto delle specifiche competenze dei vari livelli
valutativi e decisionali, si forniscono pertanto indicazioni e istruzioni di
massima, anche nell'intento di realizzare uniformità di criteri e di
comportamenti nelle varie realtà territoriali.
A. Contenuti del progetto sperimentale (art. 3 del decreto)
Il progetto
nazionale di sperimentazione ha come oggetto le Indicazioni Nazionali per
i piani di studio personalizzati per la scuola dell'infanzia e per la scuola
primaria che vanno assunte come termini di riferimento per quanto riguarda gli
elementi di innovazione strutturale, gli obiettivi e gli indirizzi generali.
Successivamente verranno messe a disposizioni di tutte le scuole nel sito del
Ministero le Raccomandazioni di attuazione delle suddette Indicazioni
ed esemplificazioni di quadro orario che, nel pieno rispetto dell'autonomia
didattica e organizzativa delle istituzioni scolastiche di cui agli articoli
4 e 5 del Dpr 275/1999, possono rappresentare un utile punto di riferimento
per adottare soluzioni flessibili e pertinenti alle esigenze locali, al fine
di realizzare efficaci livelli di intervento. Le Indicazioni sono altresì
accompagnate da una sintesi esplicativa che delinea il quadro teorico della
sperimentazione e che guida alla lettura del significato dei documenti che l'accompagnano.
Gli anticipi di ammissione alla scuola dell'infanzia e alla prima classe della
scuola elementare - elemento di rilevante portata innovativa strutturale - sono
da considerare come un'opportunità irrinunciabile di cui l'istituzione
scolastica non può non avvalersi, dopo avere accertato le condizioni
di fattibilità (locali, spazi didattici, servizi, interazione con le
locali strutture dell'infanzia, presenza di liste d'attesa per la scuola dell'infanzia,
disponibilità di posti nelle sezioni e nelle classi esistenti) e la libera
adesione delle famiglie. Per quanto attiene allo specifico aspetto dell'anticipo
di ammissione di bambini alla scuola dell'infanzia vanno comunque acquisite
le previe intese con l'Ente locale.
Costituiscono contenuto essenziale della sperimentazione:
Il progetto sperimentale
di istituto è unico, ancorché riferito alla sperimentazione nella
scuola dell'infanzia e nella scuola elementare. I collegi dei docenti dei due
settori scolastici - si auspica in un unico momento collegiale, come è
ormai prassi consolidata per l'ordinaria gestione collegiale - definiscono il
progetto con attenzione alle specificità di ciascuno, ponendo particolare
cura all'esigenza di rendere unitario e coerente l'insieme, anziché procedere
nel meccanicistico assemblaggio delle parti.
L'esigenza di unitarietà progettuale è altresì motivata
dalla necessità di pervenire ad una coerente integrazione del Piano dell'Offerta
Formativa, in modo da rappresentare una reale continuità del processo
formativo.
I collegi dei docenti delle istituzioni scolastiche sperimentali procedono alla
definizione del progetto di istituto, adeguando gli obiettivi, i contenuti e
i criteri del progetto nazionale alle specifiche situazioni locali, prevedendo
tempi e modalità per seguire le diverse fasi di attuazione del progetto,
per garantirne la coerenza di realizzazione, il livello di scientificità
e la qualità dei processi e degli esiti attesi.
Il progetto di sperimentazione viene assunto nel Piano dell'Offerta Formativa
d'istituto con i necessari adattamenti e integrazioni.
I dirigenti scolastici procedono alla designazione del responsabile del progetto,
sulla base delle indicazioni fornite dai collegi dei docenti, scegliendolo tra
i coordinatori di ciascun settore, entrambi individuati dai collegi medesimi.
Il responsabile opererà di concerto con l'altro insegnante coordinatore,
svolgendo funzione di coordinamento interno ed esterno al progetto.
L'istituzione scolastica valuterà autonomamente l'opportunità
di avvalersi di consulenze scientifiche esterne per l'efficace attuazione del
progetto nelle sue diverse fasi.
B. Condizioni di fattibilità e requisiti del progetto (art. 2)
In linea
generale, per quanto attiene la scuola dell'infanzia e la scuola elementare,
è opportuno che l'istituzione scolastica disponga di proprie risorse
strumentali, finanziarie e umane adeguate a sostenere efficacemente il progetto
sperimentale, che potranno successivamente essere integrate dagli opportuni
interventi che l'Amministrazione attiverà.
In particolare le scuole dovranno disporre di spazi didattici, possibilmente
attrezzati, per ospitare anche le attività laboratoriali.
I Consigli di circolo e di istituto, nella predisposizione del programma annuale,
avranno cura di destinare a sostegno della sperimentazione apposite risorse
finanziarie che potranno essere integrate dai fondi a disposizione dell'Ufficio
scolastico regionale per gli interventi connessi con la legge 440/1997.
Sarà opportuno altresì che, anche tenendo conto dei criteri espressi
dal collegio dei docenti, il dirigente, nell'assegnazione alle sezioni, alle
classi e alle attività sperimentali proceda alla massima valorizzazione
delle professionalità presenti nell'istituzione scolastica al fine di
qualificare al meglio gli interventi sperimentali.
Nella scuola elementare la possibilità di attivare l'insegnamento della
lingua inglese e l'alfabetizzazione informatica rappresenta connotazione essenziale
del progetto di sperimentazione. Per l'ottimizzazione delle risorse strumentali
e professionali le istituzioni scolastiche potranno avvalersi degli interventi
in rete di altre istituzioni presenti sul territorio. Il progetto di sperimentazione,
elaborato a cura delle scuole interessate, in funzione di una piena valorizzazione
dell'autonomia scolastica:
C. Ammissioni anticipate (art. 1)
È consentita
l'ammissione anticipata di bambini e bambine alla scuola dell'infanzia e alla
prima classe della scuola elementare nel limite massimo delle disponibilità
di posti nelle sezioni e nelle classi già costituite per il presente
anno scolastico.
Le ammissioni sono consentite, relativamente alla scuola dell'infanzia e alla
prima classe della scuola elementare, a coloro che compiono rispettivamente
tre e sei anni entro il 28 febbraio 2003.
Le ammissioni avvengono senza procedere alla riapertura delle iscrizioni, in
quanto esse non hanno natura di soddisfacimento di un servizio offerto alle
famiglie, bensì, nell'attuale circostanza, rappresentano solamente un
elemento costitutivo del complessivo progetto sperimentale di verifica della
fattibilità della riforma.
L'ammissione dei bambini avviene nel rispetto della libera adesione delle famiglie,
possibilmente in accordo, per quanto riguarda la scuola dell'infanzia, con gli
asili nido eventualmente presenti sul territorio e d'intesa con le Amministrazioni
comunali, e, per quanto riguarda la scuola elementare, con le istituzioni dell'infanzia
del territorio.
Nel caso in cui il numero delle possibili ammissioni superi la disponibilità
di posti nelle sezioni o nelle classi, il consiglio di circolo o di istituto
definirà i criteri di selezione. La quota di posti disponibili per il
raggiungimento del tetto massimo di bambini per sezione può essere ridotta
di due o tre unità per ciascun bambino di età inferiore ai tre
anni ammesso alla frequenza anticipata della scuola dell'infanzia.
Le ammissioni anticipate non pregiudicano il diritto alla frequenza dei bambini
già iscritti e comunque non possono essere attivate in presenza di liste
di attesa.
Nel caso di accoglimento di bambini in anticipo di frequenza, le istituzioni
scolastiche interessate curano - d'intesa con i Comuni - la collaborazione con
gli asili nido eventualmente presenti sul territorio, anche per avvalersi di
figure professionali specifiche mediante la sottoscrizione di apposita convenzione
o la stipula di contratti d'opera con esperti esterni. Anche in ragione della
possibile presenza di alunni ammessi in anticipo alla frequenza della prima
classe, la scuola elementare attiverà forme di raccordo pedagogico, didattico
ed organizzativo con la scuola dell'infanzia, prevedendo la costituzione, ove
possibile, di team integrati tra docenti della scuola elementare e quelli della
scuola dell'infanzia presenti sul territorio, con il compito di facilitare l'accoglienza
degli ammessi, la continuità dei processi educativi avviati, l'adattamento
dei percorsi formativi individuali progettati.
D. Flessibilità organizzativa e didattica
In attuazione degli articoli 4 e 5 del Dpr 275/1999 le istituzioni scolastiche
sperimentali possono adottare le opportune flessibilità organizzative
e didattiche per corrispondere meglio agli obiettivi individuati nel progetto
di sperimentazione. In particolare, per quanto attiene la scuola dell'infanzia
(art. 5), la sperimentazione potrà determinare interventi specifici relativi
a:
È opportuno
precisare che il progetto di sperimentazione del circolo didattico o dell'istituto
comprensivo può anche prevedere l'adesione di un numero di scuole dell'infanzia
inferiore a quelle amministrate dall'istituzione scolastica.
Per quanto attiene la scuola elementare (art. 6) la sperimentazione può
comportare per ogni classe prima:
Come precisato
per la scuola dell'infanzia, è opportuno rammentare che il progetto di
sperimentazione del circolo didattico o dell'istituto comprensivo può
anche prevedere l'adesione di un numero di scuole elementari inferiore a quelle
amministrate dall'istituzione scolastica.
Relativamente alla scuola dell'infanzia e alla scuola elementare, la sperimentazione
prevede innovazioni comuni, tra cui, pure la previsione di talune differenze
d'impianto e funzionalità d'impiego, il portfolio delle competenze
individuali.
In merito, il progetto di sperimentazione comporta la predisposizione, d'intesa
con le famiglie, del portfolio delle competenze individuali da parte
dei docenti della sezione (scuola dell'infanzia) e del docente tutor unitamente
ai docenti del team (scuola elementare).
Il portfolio, nel rispetto delle finalità individuate dalle Indicazioni,
non può essere considerato "un mero contenitore, ma costituisce una collezione
strutturata, selezionata e commentata/valutata di materiali particolarmente
paradigmatici prodotti dal bambino, che consentono di conoscere l'ampiezza e
la profondità delle sue competenze e, allo stesso tempo, della maggiore
o minore pertinenza degli interventi didattici adottati".
Tale strumento è principalmente deputato all'osservazione e alla descrizione
accurata dei percorsi seguiti e dei progressi educativi raggiunti dal bambino
nella scuola dell'infanzia, e alla valutazione e all'orientamento nella scuola
elementare, nonché, in entrambi i settori scolastici, alla documentazione
essenziale dei momenti significativi del percorso formativo del bambino e dell'alunno.
La materia predisposizione del portfolio potrà avvenire in termini
aperti e flessibili, attingendo, con opportuni adattamenti, alle migliori esperienze
in materia.
E. Formazione del personale (art. 8)
All'interno
del quadro delle iniziative generali di formazione previste per il personale
della scuola (Direttiva 27 giugno 2002 n.74 e Direttiva 24.07.2002 n.87), tenendo
conto altresì delle risorse finanziarie provenienti dagli specifici fondi
della Legge n.440/97 (Direttiva 15 maggio 2002 n.53) vengono assicurate ai dirigenti
scolastici, ai docenti, al personale ATA a vario titolo coinvolti nella sperimentazione,
opportune azioni di formazione in servizio.
Le iniziative programmate tengono conto delle finalità della sperimentazione
che sono quelle di costituire un laboratorio di ricerca che accompagni il delicato
processo di riforma tuttora all'esame del Parlamento, attraverso l'apporto di
un circuito di scuole, che consenta di verificare i contenuti innovativi in
relazione agli aspetti considerati nel decreto.
In tale prospettiva vengono a collocarsi coerentemente le più generali
indicazioni della Direttiva n.74/2002, che, nella consapevolezza della capacità
della scuola di essere fonte di conoscenza e di riflessione su se stessa, privilegiano
gli interventi di ricerca azione mirati alla promozione dello sviluppo professionale
del personale della scuola in funzione della progressiva valorizzazione dell'autonomia
didattica, organizzativa e di ricerca delle singole istituzioni scolastiche.
Per costituire un canale stabile e continuativo di collegamento tra dirigenti
scolastici, docenti e amministrazione e realizzare un effettivo circuito di
confronto e interazione tra scuola dell'infanzia ed elementare, il sistema rivelatosi
più efficace è quello dell'e-learning integrato che assicura
interventi formativi interattivi, personalizzabili, aggiornabili ed implementabili
nel tempo. L'ambiente e-learning garantisce l'informazione e l'acquisizione
di contributi significativi e pratiche didattiche che consentano di governare
eventuali punti di problematicità.
Il programma specifico di formazione dei docenti della scuola dell'infanzia
e della scuola elementare si articola in fasi di progressiva e continua implementazione
dei destinatari degli interventi formativi. La prima fase interesserà
le 200 scuole impegnate nella sperimentazione, quella successiva sarà
aperta alla partecipazione di tutti gli insegnanti.
Gli interventi di formazione per le scuole della sperimentazione saranno promossi
dall'INDIRE attraverso la piattaforma: www.puntoedu.indire.it e saranno
articolati su tre ambiti:quadro di sistema, inglese e informatica, secondo il
modello già sperimentato per l'anno di formazione dei 62.000 docenti
neoassunti.
Per il quadro di sistema saranno forniti contributi sulle ragioni e la
struttura della riforma in generale e saranno previsti forum di discussione
che favoriscano "la comunità virtuale" dei docenti che sperimentano.
Il supporto all'apprendimento precoce della lingua straniera (inglese)
sarà realizzato attraverso interventi di formazione mirati all'ampliamento
delle competenze linguistiche dei docenti (corsi, conversazione on line , attività
in presenza con i tutor , borse di studio all'estero) e al potenziamento delle
competenze metodologico-didattiche ( corsi tematici, forum con le associazioni
disciplinari, classi virtuali).
Il sostegno allo sviluppo delle competenze informatiche sarà effettuato
con percorsi di formazione incentrati su alcune competenze di applicazione didattica
delle nuove tecnologie, collegate alla formazione sulle Tecnologie dell'Informazione
e della Comunicazione (Piano Nazionale di Formazione sulle Competenze Informatiche
e Tecnologiche del Personale della Scuola, di cui alla C.M. n.55/2002).
Nella prospettiva di un intervento di ricerca-azione gli insegnanti potranno
utilizzare per l'apprendimento dell'inglese un ambiente di e-learning
integrato destinato ai bambini coinvolti nella sperimentazione.
Nell'ambito della seconda fase di sviluppo del piano, a tutte le scuole verrà
offerta la possibilità di partecipare ad un percorso di formazione specifica
sulla riforma. Tale partecipazione all'iniziativa potrà essere inserita
da ciascuna istituzione scolastica nel proprio piano di formazione in servizio.
A tale riguardo si ricorda che la citata Direttiva n.74/2002 prevede che la
quota del fondo destinata agli Uffici scolastici regionali sia volta prioritariamente
alla realizzazione, a livello locale, e al conseguimento delle finalità
informative/formative connesse ai processi di innovazione in atto o in itinere.
L'assistenza tecnica alle attività di formazione in entrambe le fasi
di sviluppo del piano sarà fornita dagli ispettori tecnici operanti sul
territorio e dai componenti dei gruppi regionali di supporto, costituiti presso
gli Uffici scolastici regionali, oltre che dai membri del Gruppo centrale operante
presso il Dipartimento per lo sviluppo dell'istruzione.
F. Valutazione e monitoraggio (art. 10)
In coerenza
con le finalità del progetto nazionale, per dare sviluppo al processo
di qualificazione della scuola dell'infanzia e della scuola elementare, e, in
particolare, per sostenere, preparare e verificare gli interventi di attuazione
della riforma del sistema scolastico, vengono istituiti un Osservatorio nazionale
ed Osservatori regionali.
Gli Osservatori, avvalendosi anche dei supporti tecnici dell'Amministrazione
e della diretta collaborazione delle istituzioni scolastiche sperimentali, procederanno
ad attivare monitoraggi e valutazioni delle diverse fasi di attuazione del progetto,
rilevando processi ed esiti dell'innovazione, e proponendo, se del caso, gli
opportuni orientamenti e suggerimenti per assicurare la coerenza delle attività
sperimentali con gli obiettivi definiti.
Le istituzioni scolastiche, anche per tale interrelazione con l'Amministrazione
e con gli Osservatori, procederanno alla individuazione del responsabile della
sperimentazione. Le azioni inerenti la valutazione dei processi e degli esiti,
la raccolta della documentazione relative alle esperienze delle scuole sperimentali
saranno sostenute attraverso il coinvolgimento rispettivamente dell'INVALSI
e dell'INDIRE.
G. Risorse finanziarie
Per il sostegno
dei progetti di sperimentazione sono attivabili tre forme di intervento:
Allo stesso modo
è auspicabile che la specifica attività svolta dal responsabile
della sperimentazione nell'istituzione scolastica, configurandosi come vera
e propria funzione strumentale al piano dell'offerta formativa, possa essere
opportunamente valutata in sede di contrattazione e compresa tra quelle considerate
dall'art. 28 del CCNL 26.5.1999 e dall'art. 37 del CCNI 31.8.1999.
Inoltre i dirigenti scolastici, nell'ambito delle relazioni sindacali di istituto
potranno autonomamente concertare con la RSU e con le altre organizzazioni sindacali
esterne una eventuale specifica destinazione delle attuali risorse del fondo
per riconoscere i maggiori impegni e carichi di lavoro del personale coinvolto
nella sperimentazione.
H. Rapporti istituzionali
A livello regionale
sono consigliate periodiche conferenze di servizio dei dirigenti scolastici
delle istituzioni sperimentali per dare coesione ed unità ai processi
di sperimentazione, individuarne elementi di criticità e procedere agli
opportuni correttivi. Si ritiene opportuno intrattenere altresì rapporti
con gli Enti locali dei territori interessati alla sperimentazione per la definizione
dei criteri generali di intervento e di sostegno, anche in funzione delle prospettive
di attuazione a regime della riforma del sistema di istruzione e di formazione.
In sede locale i dirigenti preposti alle istituzioni scolastiche sperimentali
attivano relazioni sistematiche di servizio con i Comuni interessati, anche
al fine di attuare puntuali interazioni con gli asili nido presenti sul territorio,
ed eventualmente di avvalersi in convenzione di specifiche figure professionali.
I. Scuole non comprese nel progetto nazionale
Solamente
le scuole autorizzate e comprese nei piani regionali per la sperimentazione
possono dare attuazione integrale al progetto nazionale di sperimentazione di
cui al decreto
in oggetto, così come previsto dall'art. 11 del Dpr 8 marzo 1999, n.
275.
Tuttavia le istituzioni scolastiche, nell'esercizio dell'autonomia didattica
e organizzativa di cui al citato Dpr 275/1999, possono procedere all'introduzione
di innovazioni in campo organizzativo e didattico con riferimento agli specifici
aspetti delle Indicazioni nazionali che non attengano a modifiche di
ordinamento.
È senz'altro auspicabile che ciò avvenga non solo come momento
di arricchimento professionale della docenza proiettata verso l'innovazione
e la riqualificazione dell'offerta formativa, ma anche come sostegno ai processi
di definizione della riforma del sistema scolastico. Specifici interventi formativi,
all'interno del piano di formazione e aggiornamento di cui alla citata direttiva
n. 74/2002, riguarderanno anche il personale scolastico in servizio presso istituzioni
non sperimentali, le quali, in una fase successiva, potranno avvalersi comunque
delle opportunità formative offerte al personale delle scuole sperimentali.
L. Azioni di informazione destinate alle famiglie
Nei processi
di cambiamento - soprattutto per quanto riguarda il ciclo primario e la scuola
dell'infanzia - l'adesione, la collaborazione e la consapevolezza dei genitori
sono fondamentali per la riuscita della riforma e per l'efficacia del lavoro
dei docenti. Per tale motivo, i genitori potranno trovare nelle risorse del
sistema di informazione e di formazione delle scuole e dell'Amministrazione
non solo risposte puntuali alle loro domande, ma anche percorsi e occasioni
che li mettano in grado di seguire e collaborare allo sviluppo delle capacità
e alla crescita dei figli.
Per questa ragione, accanto alle iniziative per l'informazione e la formazione
del personale scolastico realizzate dall'INDIRE, sarà aperto un apposito
capitolo destinato ai genitori.
IL CAPO DIPARTIMENTO
Pasquale Capo