Decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59
Definizione
delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione,
a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53.
(pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale n. 51 del 2 marzo 2004 - Suppl. Ord. n. 31)
Capo
I
Scuola dell'infanzia
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli
articoli 76, 87 e 117 della Costituzione;
Vista la legge 28 marzo 2003, n. 53, recante delega al Governo per la
definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle
prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale;
Visto il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni;
Vista la legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni, ed in
particolare l'articolo 21;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275;
Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata
nella riunione del 12 settembre 2003;
Acquisito il parere della Conferenza unificata di cui all'articolo 8
del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281;
Acquisiti i pareri delle competenti Commissioni del Senato della Repubblica
e della Camera dei deputati;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione
del 23 gennaio 2004;
Sulla proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della
ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, con il Ministro
per la funzione pubblica e con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali;
EMANA
il seguente decreto legislativo:
Art. 1
Finalità della scuola dell'infanzia
1. La scuola dell'infanzia,
non obbligatoria e di durata triennale, concorre all'educazione e allo sviluppo
affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale delle bambine
e dei bambini promuovendone le potenzialità di relazione, autonomia,
creatività, apprendimento, e ad assicurare un'effettiva eguaglianza delle
opportunità educative; nel rispetto della primaria responsabilità
educativa dei genitori, contribuisce alla formazione integrale delle bambine
e dei bambini e, nella sua autonomia e unitarietà didattica e pedagogica,
realizza il profilo educativo e la continuità educativa con il complesso
dei servizi all'infanzia e con la scuola primaria.
2. è assicurata la generalizzazione dell'offerta formativa e la possibilità
di frequenza della scuola dell'infanzia. A tali fini si provvede attraverso
ulteriori decreti legislativi di cui all'articolo 1 della legge 28 marzo 2003,
n. 53, nel rispetto delle modalità di copertura finanziaria definite
dall'articolo 7, comma 8, della predetta legge.
3. Al fine di realizzare la continuità educativa di cui al comma 1, gli
uffici scolastici regionali promuovono appositi accordi con i competenti uffici
delle regioni e degli enti locali.
Art.
2
Accesso alla scuola dell'infanzia
1. Alla scuola dell'infanzia possono essere iscritti le bambine e i bambini che compiono i tre anni di età entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento.
Art.
3
Attività educative
1. L'orario annuale
delle attività educative per la scuola dell'infanzia, comprensivo della
quota riservata alle regioni, alle istituzioni scolastiche autonome e all'insegnamento
della religione cattolica in conformità all'Accordo che apporta modifiche
al Concordato lateranense e relativo Protocollo addizionale, reso esecutivo
con legge 25 marzo 1985, n. 121, ed alle conseguenti intese, si diversifica
da un minimo di 875 ad un massimo di 1700 ore, a seconda dei progetti educativi
delle singole scuole dell'infanzia, tenuto conto delle richieste delle famiglie.
2. Al fine del conseguimento degli obiettivi formativi, i docenti curano la
personalizzazione delle attività educative, attraverso la relazione con
la famiglia in continuità con il primario contesto affettivo e di vita
delle bambine e dei bambini. Nell'esercizio dell'autonomia delle istituzioni
scolastiche sotto attuate opportune forme di coordinamento didattico, anche
per assicurare il raccordo in continuità con il complesso dei servizi
all'infanzia e con la scuola primaria.
3. Allo scopo di garantire le attività educative di cui ai commi 1 e
2 è costituito l'organico di istituto.
4. La scuola dell'infanzia cura la documentazione relativa al processo educativo
ed in particolare all'autonomia personale delle bambine e dei bambini, con la
collaborazione delle famiglie.
Capo
II
Primo ciclo di istruzione
Art. 4.
Articolazione del ciclo e periodi
1. Il primo ciclo
d'istruzione è costituito dalla scuola primaria e dalla scuola secondaria
di primo grado, ciascuna caratterizzata dalla sua specificità. Esso ha
la durata di otto anni e costituisce il primo segmento in cui si realizza il
diritto-dovere all'istruzione e formazione.
2. La scuola primaria, della durata di cinque anni, è articolata in un
primo anno, raccordato con la scuola dell'infanzia e teso al raggiungimento
delle strumentalità di base, e in due periodi didattici biennali.
3. La scuola secondaria di primo grado, della durata di tre anni, si articola
in un periodo didattico biennale e in un terzo anno, che completa prioritariamente
il percorso disciplinare ed assicura l'orientamento ed il raccordo con il secondo
ciclo.
4. Il passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado
avviene a seguito di valutazione positiva al termine del secondo periodo didattico
biennale.
5. Il primo ciclo di istruzione ha configurazione autonoma rispetto al secondo
ciclo di istruzione e si conclude con l'esame di Stato.
6. Le scuole statali appartenenti al primo ciclo possono essere aggregate tra
loro in istituti comprensivi anche comprendenti le scuole dell'infanzia esistenti
sullo stesso territorio.
Capo
III
Scuola primaria
Art. 5
Finalità
1. La scuola primaria, accogliendo e valorizzando le diversità individuali, ivi comprese quelle derivanti dalle disabilità, promuove, nel rispetto delle diversità individuali, lo sviluppo della personalità, ed ha il fine di far acquisire e sviluppare le conoscenze e le abilità di base, ivi comprese quelle relative all'alfabetizzazione informatica, fino alle prime sistemazioni logico-critiche, di fare apprendere i mezzi espressivi, la lingua italiana e l'alfabetizzazione nella lingua inglese, di porre le basi per l'utilizzazione di metodologie scientifiche nello studio del mondo naturale, dei suoi fenomeni e delle sue leggi, di valorizzare le capacità relazionali e di orientamento nello spazio e nel tempo, di educare ai principi fondamentali della convivenza civile.
Art.
6
Iscrizioni
1. Sono iscritti
al primo anno della scuola primaria le bambine e i bambini che compiono i sei
anni di età entro il 31 agosto dell'anno di riferimento.
2. Possono essere iscritti al primo anno della scuola primaria anche le bambine
e i bambini che compiono i sei anni di età entro il 30 aprile dell'anno
scolastico di riferimento.
Art.
7
Attività educative e didattiche
1. Al fine di garantire
l'esercizio del diritto-dovere di cui all'articolo 4, comma 1, l'orario annuale
delle lezioni nella scuola primaria, comprensivo della quota riservata alle
regioni, alle istituzioni scolastiche autonome e all'insegnamento della religione
cattolica in conformità alle norme concordatarie di cui all'articolo
3, comma 1, ed alle conseguenti intese, è di 891 ore, oltre a quanto
previsto al comma 2.
2. Le istituzioni scolastiche, al fine di realizzare la personalizzazione del
piano di studi, organizzano, nell'ambito del piano dell'offerta formativa, tenendo
conto delle prevalenti richieste delle famiglie, attività e insegnamenti,
coerenti con il profilo educativo, per ulteriori 99 ore annue, la cui scelta
è facoltativa e opzionale per gli allievi e la cui frequenza è
gratuita. Gli allievi sono tenuti alla frequenza delle attività facoltative
per le quali le rispettive famiglie hanno esercitato l'opzione. Le predette
richieste sono formulate all'atto dell'iscrizione. Al fine di ampliare e razionalizzare
la scelta delle famiglie, le istituzioni scolastiche possono, nella loro autonomia,
organizzarsi anche in rete.
3. L'orario di cui ai commi 1 e 2 non comprende il tempo eventualmente dedicato
alla mensa.
4. Allo scopo di garantire le attività educative e didattiche, di cui
ai commi 1 e 2, nonché l'assistenza educativa da parte del personale
docente nel tempo eventualmente dedicato alla mensa e al dopo mensa fino ad
un massimo di 330 ore annue, fermo restando il limite del numero complessivo
dei posti di cui all'articolo 15, è costituito l'organico di istituto.
Per lo svolgimento delle attività e degli insegnamenti di cui al comma
2, ove essi richiedano una specifica professionalità non riconducibile
al profilo professionale dei docenti della scuola primaria, le istituzioni scolastiche
stipulano, nei limiti delle risorse iscritte nei loro bilanci, contratti di
prestazione d'opera con esperti, in possesso di titoli definiti con decreto
del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto
con il Ministro per la funzione pubblica. 5. L'organizzazione delle attività
educative e didattiche rientra nell'autonomia e nella responsabilità
delle istituzioni scolastiche, fermo restando che il perseguimento delle finalità
di cui all'articolo 5, assicurato dalla personalizzazione dei piani di studio,
è affidato ai docenti responsabili delle attività educative e
didattiche, previste dai medesimi piani di studio. A tale fine concorre prioritariamente,
fatta salva la contitolarità didattica dei docenti, per l'intera durata
del corso, il docente in possesso di specifica formazione che, in costante rapporto
con le famiglie e con il territorio, svolge funzioni di orientamento in ordine
alla scelta delle attività di cui al comma 2, di tutorato degli allievi,
di coordinamento delle attività educative e didattiche, di cura delle
relazioni con le famiglie e di cura della documentazione del percorso formativo
compiuto dall'allievo, con l'apporto degli altri docenti.
6. Il docente, al quale sono affidati i compiti previsti dal comma 5, assicura,
nei primi tre anni della scuola primaria, un'attività di insegnamento
agli alunni non inferiore alle 18 ore settimanali.
7. Il dirigente scolastico, sulla base di quanto stabilito dal piano dell'offerta
formativa e di criteri generali definiti dal collegio dei docenti e dal consiglio
di circolo o di istituto, dispone l'assegnazione dei docenti alle classi avendo
cura di garantire le condizioni per la continuità didattica, nonché
la migliore utilizzazione delle competenze e delle esperienze professionali,
fermo restando quanto previsto dal comma 6.
8. Le istituzioni scolastiche definiscono le modalità di svolgimento
dell'orario delle attività didattiche sulla base del piano dell'offerta
formativa, delle disponibilità strutturali e dei servizi funzionanti,
fatta salva comunque la qualità dell'insegnamento-apprendimento.
9. Nell'organizzazione dell'orario settimanale i criteri della programmazione
delle attività educative devono rispettare una equilibrata ripartizione
dell'orario quotidiano tra le attività obbligatorie e quelle opzionali
facoltative.
Art.
8
La valutazione nella scuola primaria
1. La valutazione,
periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli alunni e
la certificazione delle competenze da essi acquisite, sono affidate ai docenti
responsabili delle attività educative e didattiche previste dai piani
di studio personalizzati; agli stessi è affidata la valutazione dei periodi
didattici ai fini del passaggio al periodo successivo.
2. I medesimi docenti, con decisione assunta all'unanimità, possono non
ammettere l'alunno alla classe successiva, all'interno del periodo biennale,
in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione.
3. Il miglioramento dei processi di apprendimento e della relativa valutazione,
nonché la continuità didattica, sono assicurati anche attraverso
la permanenza dei docenti nella sede di titolarità almeno per il tempo
corrispondente al periodo didattico.
4. Gli alunni provenienti da scuola privata o familiare sono ammessi a sostenere
esami di idoneità per la frequenza delle classi seconda, terza, quarta
e quinta. La sessione di esami è unica. Per i candidati assenti per gravi
e comprovati motivi sono ammesse prove suppletive che devono concludersi prima
dell'inizio delle lezioni dell'anno scolastico successivo.
Capo
IV
Scuola secondaria di primo grado
Art. 9
Finalità della scuola secondaria di primo grado
1. La scuola secondaria di primo grado, attraverso le discipline di studio, è finalizzata alla crescita delle capacità autonome di studio e al rafforzamento delle attitudini all'interazione sociale; organizza ed accresce, anche attraverso l'alfabetizzazione e l'approfondimento nelle tecnologie informatiche, le conoscenze e le abilità, anche in relazione alla tradizione culturale e alla evoluzione sociale, culturale e scientifica della realtà contemporanea; è caratterizzata dalla diversificazione didattica e metodologica in relazione allo sviluppo della personalità dell'allievo; cura la dimensione sistematica delle discipline; sviluppa progressivamente le competenze e le capacità di scelta corrispondenti alle attitudini e vocazioni degli allievi; fornisce strumenti adeguati alla prosecuzione delle attività di istruzione e di formazione; introduce lo studio di una seconda lingua dell'Unione europea; aiuta ad orientarsi per la successiva scelta di istruzione e formazione.
Art.
10
Attività educative e didattiche
1. Al fine di garantire
l'esercizio del diritto-dovere di cui all'articolo 4, comma 1, l'orario annuale
delle lezioni nella scuola secondaria di primo grado, comprensivo della quota
riservata alle regioni, alle istituzioni scolastiche autonome e all'insegnamento
della religione cattolica in conformità alle norme concordatarie, di
cui all'articolo 3, comma 1, ed alle conseguenti intese, è di 891 ore,
oltre a quanto previsto al comma 2.
2. Le istituzioni scolastiche, al fine di realizzare la personalizzazione del
piano di studi, organizzano, nell'ambito del piano dell'offerta formativa, tenendo
conto delle prevalenti richieste delle famiglie, attività e insegnamenti,
coerenti con il profilo educativo, e con la prosecuzione degli studi del secondo
ciclo, per ulteriori 198 ore annue, la cui scelta è facoltativa e opzionale
per gli allievi e la cui frequenza è gratuita. Gli allievi sono tenuti
alla frequenza delle attività facoltative per le quali le rispettive
famiglie hanno esercitato l'opzione. Le predette richieste sono formulate all'atto
dell'iscrizione. Al fine di ampliare e razionalizzare la scelta delle famiglie,
le istituzioni scolastiche possono, nella loro autonomia, organizzarsi anche
in rete.
3. L'orario di cui ai commi 1 e 2 non comprende il tempo eventualmente dedicato
alla mensa.
4. Allo scopo di garantire le attività educative e didattiche, di cui
ai commi 1 e 2, nonché l'assistenza educativa da parte del personale
docente nel tempo eventualmente dedicato alla mensa e al dopo mensa fino ad
un massimo di 231 ore annue, fermo restando il limite del numero complessivo
dei posti di cui all'articolo 15, è costituito l'organico di istituto.
Per lo svolgimento delle attività e degli insegnamenti di cui al comma
2, ove essi richiedano una specifica professionalità non riconducibile
agli ambiti disciplinari per i quali è prevista l'abilitazione all'insegnamento,
le istituzioni scolastiche stipulano, nei limiti delle risorse iscritte nei
loro bilanci, contratti di prestazione d'opera con esperti, in possesso di titoli
definiti con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e
della ricerca, di concerto con il Ministro per la funzione pubblica.
5. L'organizzazione delle attività educative e didattiche rientra nell'autonomia
e nella responsabilità delle istituzioni scolastiche, fermo restando
che il perseguimento delle finalità di cui all'articolo 9 è affidato,
anche attraverso la personalizzatone dei piani di studio, ai docenti responsabili
degli insegnamenti e delle attività educative e didattiche previste dai
medesimi piani di studio. A tale fine concorre prioritariamente, per l'intera
durata del corso, il docente in possesso di specifica formazione che, in costante
rapporto con le famiglie e con il territorio, svolge funzioni di orientamento
nella scelta delle attività di cui al comma 2, di tutorato degli alunni,
di coordinamento delle attività educative e didattiche, di cura delle
relazioni con le famiglie e di cura della documentazione del percorso formativo
compiuto dall'allievo, con l'apporto degli altri docenti.
Art.
11
Valutazione, scrutini ed esami
1. Ai fini della
validità dell'anno, per la valutazione degli allievi è richiesta
la frequenza di almeno tre quarti dell'orario annuale personalizzato di cui
ai commi 1 e 2 dell'articolo 10. Per casi eccezionali, le istituzioni scolastiche
possono autonomamente stabilire motivate deroghe al suddetto limite.
2. La valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento
degli allievi e la certificazione delle competenze da essi acquisite sono affidate
ai docenti responsabili degli insegnamenti e delle attività educative
e didattiche previsti dai piani di studio personalizzati. Sulla base degli esiti
della valutazione periodica, le istituzioni scolastiche predispongono gli interventi
educativi e didattici, ritenuti necessari al recupero e allo sviluppo degli
apprendimenti.
3. I docenti effettuano la valutazione biennale ai fini del passaggio al terzo
anno, avendo cura di accertare il raggiungimento di tutti gli obiettivi formativi
del biennio, valutando altresì il comportamento degli alunni. Gli stessi,
in casi motivati, possono non ammettere l'allievo alla classe successiva all'interno
del periodo biennale.
4. Il terzo anno della scuola secondaria di primo grado si conclude con un esame
di Stato.
5. Alle classi seconda e terza si accede anche per esame di idoneità,
al quale sono ammessi i candidati privatisti che abbiano compiuto o compiano
entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento, rispettivamente, l'undicesimo
e il dodicesimo anno di età e che siano in possesso del titolo di ammissione
alla prima classe della scuola secondaria di primo grado, nonché i candidati
che abbiano conseguito il predetto titolo, rispettivamente, da almeno uno o
due anni.
6. All'esame di Stato di cui al comma 4 sono ammessi anche i candidati privatisti
che abbiano compiuto, entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento,
il tredicesimo anno di età e che siano in possesso del titolo di ammissione
alla prima classe della scuola secondaria di primo grado. Sono inoltre ammessi
i candidati che abbiano conseguito il predetto titolo da almeno un triennio
e i candidati che nell'anno in corso compiano ventitre anni di età.
7. Il miglioramento dei processi di apprendimento e della relativa valutazione,
nonché la continuità didattica, sono assicurati anche attraverso
la permanenza dei docenti nella sede di titolarità, almeno per il tempo
corrispondente al periodo didattico.
Capo V
Norme finali e transitorie
Art. 12
Scuola dell'infanzia
1. Nell'anno scolastico
2003-2004 possono essere iscritti alla scuola dell'infanzia, in forma di sperimentazione,
volta anche alla definizione delle esigenze di nuove professionalità
e modalità organizzative, le bambine e i bambini che compiono i tre anni
di età entro il 28 febbraio 2004, compatibilmente con la disponibilità
dei posti, la recettività delle strutture, la funzionalità dei
servizi e delle risorse finanziarie dei comuni, secondo gli obblighi conferiti
dall'ordinamento e nel rispetto dei limiti posti alla finanza comunale dal patto
di stabilità. Dovrà essere favorita omogeneità di distribuzione,
sul territorio nazionale, dei livelli di servizio, senza penalizzare o limitare
le opportunità esistenti. Alle stesse condizioni e modalità, per
gli anni scolastici successivi può essere consentita un'ulteriore, graduale
anticipazione, fino al limite temporale di cui all'articolo 2. Il Ministro dell'istruzione,
dell'università e della ricerca provvede, con proprio decreto, sentita
l'Associazione nazionale dei comuni d'Italia (ANCI), salvo quanto previsto all'articolo
7, comma 4, della legge 28 marzo 2003, n. 53, a modulare le anticipazioni, garantendo
comunque il rispetto del limite di spesa di cui all'articolo 18.
2. Al fine di armonizzare il passaggio al nuovo ordinamento, fino all'emanazione
del relativo regolamento governativo, si adotta in via transitoria l'assetto
pedagogico, didattico ed organizzativo individuato nell'allegato A.
Art.
13
Scuola primaria
1. Nell'anno scolastico
2003-2004 possono essere iscritti alla scuola primaria le bambine e i bambini
che compiono i sei anni di età entro il 28 febbraio 2004. Per gli anni
scolastici successivi può essere consentita, con decreto del Ministro
dell'istruzione, dell'università e della ricerca, un'ulteriore anticipazione
delle iscrizioni, fino al limite temporale previsto dall'articolo 6, comma 2.
2. Per l'attuazione delle disposizioni del presente decreto sono avviate, dall'anno
scolastico 2003-2004, la prima e la seconda classe della scuola primaria e,
a decorrere dall'anno scolastico 2004-2005, la terza, la quarta e la quinta
classe.
3. Al fine di armonizzare il passaggio al nuovo ordinamento, l'avvio del primo
ciclo di istruzione ha carattere di gradualità. Fino all'emanazione del
relativo regolamento governativo, si adotta, in via transitoria, l'assetto pedagogico,
didattico e organizzativo individuato nell'allegato B, facendo riferimento al
profilo educativo, culturale e professionale individuato nell'allegato D.
Art.
14
Scuola secondaria di primo grado
1. A decorrere dall'anno scolastico 2004-2005 è avviata la prima classe del biennio della scuola secondaria di primo grado; saranno successivamente avviate, dall'anno scolastico 2005-2006, la seconda classe del predetto biennio e, dall'anno scolastico 2006-2007, la terza classe di completamento del ciclo. 2. Fino all'emanazione del relativo regolamento governativo, si adotta, in via transitoria, l'assetto pedagogico, didattico e organizzativo individuato nell'allegato C, facendo riferimento al profilo educativo culturale e professionale individuato nell'allegato D. 3. Al fine di assicurare il passaggio graduale al nuovo ordinamento per l'anno scolastico 2004-2005, e fino alla messa a regime della scuola secondaria di primo grado, l'assetto organico delle scuole secondarie di primo grado, come definito dall'articolo 10, comma 4, viene confermato secondo i criteri fissati nel decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 1982, n. 782. 4. In attesa dell'emanazione del regolamento governativo di cui al comma 2, le istituzioni scolastiche, nell'esercizio della propria autonomia didattica ed organizzativa, provvedono ad adeguare la configurazione oraria delle cattedre e dei posti di insegnamento ai nuovi piani di studio allegati al presente decreto. 5. Ai fini dell'espletamento dell'orario di servizio obbligatorio, il personale docente interessato ad una diminuzione del suo attuale orario di cattedra viene utilizzato per le finalità e per le attività educative e didattiche individuate, rispettivamente, dall'articolo 9 e dall'articolo 10. 6. Entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, sono ridefinite le classi di abilitazione all'insegnamento, in coerenza con i nuovi piani di studio della scuola secondaria di primo grado.
Art.
15
Attività di tempo pieno e di tempo prolungato
1. Al fine di realizzare le attività educative di cui all'articolo 7, commi 1, 2 e 3, e all'articolo 10, commi 1, 2 e 3, è confermato in via di prima applicazione, per l'anno scolastico 2004-2005, il numero dei posti attivati complessivamente a livello nazionale per l'anno scolastico 2003-2004 per le attività di tempo pieno e di tempo prolungato ai sensi delle norme previgenti. Per gli anni successivi, ulteriori incrementi di posti, per le stesse finalità, possono essere attivati nell'ambito della consistenza dell'organico complessivo del personale docente dei corrispondenti ordini di scuola determinata con il decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, di cui all'articolo 22, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448.
Art.
16
Frequenza del primo ciclo dell'istruzione
1. Restano in vigore, in attesa dell'emanazione del decreto legislativo con il quale sarà ridefinito ed ampliato, ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera c), della legge 28 marzo 2003, n. 53, l'obbligo di istruzione di cui all'articolo 34 della Costituzione, le sanzioni previste dalle vigenti disposizioni per il caso di mancata frequenza del primo ciclo dell'istruzione.
Art.
17
Disposizioni particolari per le regioni a statuto speciale e per le province
autonome di Trento e di Bolzano
1. Sono fatte salve
le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di
Trento e di Bolzano in conformità ai rispettivi statuti e relative norme
di attuazione, nonché alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.
2. Fermo restando quanto stabilito dal comma 1, nel territorio della provincia
di Trento, il presente decreto si applica compatibilmente con quanto stabilito
dall'intesa tra il Ministero dell'istruzione, dell'università e della
ricerca e la provincia autonoma di Trento, sottoscritta il 12 giugno 2002, come
integrata il 29 luglio 2003; in particolare sono fatte salve, per i tre anni
scolastici successivi alla data di entrata in vigore del presente decreto, le
iniziative finalizzate all'innovazione, relative al primo ciclo dell'istruzione
avviate sulla base della predetta intesa a decorrere dal 1° settembre 2003.
Art.
18
Norma finanziaria
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 6, comma 2, dell'articolo 12, comma 1, e dell'articolo 13, comma 1, limitatamente alla scuola dell'infanzia statale e alla scuola primaria statale, determinati nella misura massima di 12.731 migliaia di euro per l'anno 2003, 45.829 migliaia di euro per l'anno 2004 e 66.198 migliaia di euro a decorrere dall'anno 2005, si provvede con i fondi previsti allo scopo dall'articolo 7, comma 5, della legge 28 marzo 2003, n. 53.
Art.
19
Norme finali e abrogazioni
1. Sono fatti salvi
gli interventi previsti, per gli alunni in situazione di handicap, dalla legge
5 febbraio 1992, n. 104.
2. Le espressioni "scuola materna", "scuola elementare" e "scuola media" contenute
nelle disposizioni vigenti si intendono sostituite, rispettivamente, dalle espressioni
"scuola dell'infanzia", "scuola primaria" e "scuola secondaria di primo grado".
3. Le seguenti disposizioni del testo unico approvato con decreto legislativo
16 aprile 1994, n. 297, continuano ad applicarsi limitatamente alle sezioni
di scuola materna e alle classi di scuola elementare e di scuola media ancora
funzionanti secondo il precedente ordinamento ed agli alunni ad essi iscritti,
e sono abrogate, a decorrere dall'anno scolastico successivo al completo esaurimento
delle predette sezioni e classi: articolo 99, commi 1 e 2; articolo 104; articolo
109, commi 2 e 3; articolo 118; articolo 119; articolo 128, commi 3 e 4; articolo
145; articolo 148; articolo 149; articolo 150; articolo 161, comma 2; articolo
176; articolo 177; articolo 178, commi 1 e 3; articolo 183, comma 2; articolo
442.
4. Le seguenti disposizioni del testo unico di cui al comma 3 sono abrogate
a decorrere dall'anno scolastico successivo alla data di entrata in vigore del
presente decreto: articolo 129; articolo 130; articolo 143, comma 1; articolo
147; articolo 162, comma 5; articolo 178, comma 2.
5. è abrogata ogni altra disposizione incompatibile con le norme del
presente decreto.
6. Al testo unico di cui al comma 3 sono apportate le seguenti modificazioni:
7. Il presente
decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella
Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. è
fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare.
Roma, 19 febbraio 2004
CIAMPI
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Moratti, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca
Tremonti, Ministro dell'economia e delle finanze
Mazzella, Ministro per la funzione pubblica
Maroni, Ministro del lavoro e delle politiche sociali
Visto, il Guardasigilli: Castelli
Allegati: