MIUROODGOS prot.n. 8100 /R.U./U
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - Dipartimento per l'Istruzione - Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l'Autonomia Scolastica - Ufficio X
Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali - LORO SEDI
Al Dirigente Generale del Dipartimento Istruzione per la Provincia di TRENTO
All'Intendente Scolastico per la Scuola in lingua italiana - BOLZANO
All'Intendente Scolastico per la Scuola in lingua ladina - BOLZANO
All'Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca - BOLZANO
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione autonoma Valle d'Aosta - Aosta
Oggetto: Piano di interventi e di finanziamenti per la realizzazione di progetti nazionali e locali nel campo dello studio delle lingue e delle tradizioni culturali appartenenti ad una minoranza linguistica (Legge 15 dicembre 1999, n. 482 art. 5) Esercizio finanziario 2009.
Premessa
La coesistenza di molte lingue in Europa è la risposta alla sfida dell'Unione Europea ad essere unita nella diversità.
"Le numerose lingue nazionali, regionali, minoritarie e delle comunità migranti parlate in Europa arricchiscono ciascuna il nostro patrimonio culturale comune. La loro condivisione favorisce il dialogo e il rispetto reciproco. Nell'Unione Europea esistono zone in cui i cittadini parlano sia una lingua regionale o minoritaria che quella nazionale e conoscono abbastanza bene anche le lingue straniere. Le persone poliglotte sono elementi preziosi poiché fungono da collante tra le diverse culture" (Comunicazione della Commissione delle Comunità Europee Bruxelles 18 settembre 2008).
L'uso fluente di due o più lingue porta ad assimilare le istanze interpersonali, le tradizioni ,il folclore relativo alle varie culture di riferimento tanto da facilitare la comprensione tra persone diverse, da migliorare la coesione sociale.
Alla preoccupazione per le problematiche connesse alle differenze culturali, sociali, politiche o economiche, possiamo opporre un corretto dialogo che solleciti la comunità ad impegnarsi con azioni opportune ed efficaci sul piano culturale e sociale ed a favorire l'esperienza dell'ascolto reciproco, riconoscendo il contributo che il rispetto per le diverse lingue e culture anche di minoranza apporta al processo di integrazione culturale e di coesione sociale a livello europeo, e di valorizzazione, a livello nazionale, anche dei diversi idiomi che compongono lo scenario culturale e sociale del nostro paese.
Tutelare la flessibilità linguistica, la diversità culturale include la promozione di un modello di integrazione, di una cultura della convivenza pacifica, per la quale promuovere il dialogo con le diverse culture, parlare due o più lingue, in età precoce, significa sviluppare la consapevolezza della propria identità, dei propri diritti come cittadini italiani ed europei ed acquisire la capacità di abbattere la diffidenza verso il diverso, l'altro da me. Apprendere diverse lingue costituisce insieme un'opportunità culturale ed economica, infatti favorisce la libera circolazione, la comprensione e la tolleranza. Si può sostenere infatti che le persone poliglotte sono elementi preziosi poiché fungono da collante tra le diverse culture.
Nell'attuale Europa a 27 Stati, con 3 alfabeti e 23 lingue ufficiali e circa 60 altre lingue parlate in particolari regioni o da specifici gruppi - dove l'Italia appare al primo posto per il numero di lingue di minoranze parlate al proprio interno - la citata Comunicazione della Commissione guarda al multilinguismo come ad una sfida salutare, arricchente per il patrimonio culturale comune, ma soprattutto guarda ai cittadini che parlano sia la lingua regionale o minoritaria che quella nazionale come elementi preziosi per la coesione sociale e come un possibile ponte tra le diverse culture.
L'importanza del contenuto di questa Comunicazione è che da essa si deduce chiaramente che l'appartenenza ad una lingua minoritaria o indirettamente il suo studio non allontana dalla conoscenza delle altre lingue straniere, ma produce una valorizzazione ed un potenziamento delle capacità linguistiche ed è per questo che in un mondo che va sempre più verso il monopolio di una lingua sulle altre, ha sempre più senso tutelare e favorire le lingue minoritarie e deve continuare ad essere un impegno per i governi.
L'Italia, con le sue dodici lingue di minoranza storica e con la moltitudine dei diversi, vivaci e colorati dialetti rappresenta, nel mondo occidentale, uno dei paesi con la più elevata diversità linguistica.
In Italia sono quasi due milioni le persone che appartengono ad una minoranza linguistica, che hanno origini e tradizioni molto antiche e che ancora conservano negli usi, nella vita quotidiana, nella espressione religiosa e nei vestiti tipici, le radici etniche della cultura minoritaria o regionale tramandata di generazione in generazione insieme alla lingua ufficiale della nazione in cui vivono.
Il rispetto del diritto imprescindibile e universalmente riconosciuto di usare una lingua regionale o della minoranza nella vita privata e pubblica è sancito - come è noto - nella Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie, - Strasburgo, 5 novembre 1992- entrata in vigore il 1° marzo 1998 e diventato così un punto di riferimento per le rispettive legislazioni nazionali e regionali.
In seguito, in Italia è stata promulgata il 15 dicembre 1999 la Legge n. 482, che ha disciplinato in forma organica la tutela di dodici minoranze linguistiche insediate nel territorio italiano, dando applicazione al dettato costituzionale e alla normativa europea.
Essa all'art. 2 dispone che: "La Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo".
Nel nostro Paese vi sono infatti aree plurilingue, di antichissima data, dove convivono culture e lingue diverse formatesi a seguito di fenomeni di migrazione o a causa della loro particolarità geografica, essendo zone di confine. Queste comunità in questi anni hanno sperimentato, nel rispetto del principio di sussidiarietà, la validità della legislazione nazionale e locale nella promozione e nella tutela dell'apprendimento delle lingue minoritarie come simbolo dell'identità regionale, della coesione sociale e dell'arricchimento del proprio patrimonio culturale, sempre comunque nel rispetto dell'uso della lingua italiana come fattore di identificazione culturale e di unità nazionale.
In questo contesto, la Legge n. 482 ha introdotto, in particolare, agli articoli 4 e 5, specifiche disposizioni in materia di promozione della lingua delle minoranze sia come strumento di svolgimento delle attività didattiche nella scuola materna e di insegnamento delle discipline nella scuola elementare e secondaria di 1° grado, sia come oggetto specifico di apprendimento nei predetti gradi di scuola. Tali disposizioni, integrate dal Decreto del Presidente della Repubblica 2 maggio 2001 n. 345, contenente il Regolamento di attuazione della citata Legge, hanno consentito alla scuola dell'autonomia la realizzazione di importanti obiettivi nella salvaguardia e nel mantenimento delle lingue regionali.
Indicazioni
Questa Direzione Generale degli Ordinamenti Scolastici, in occasione del decennale della Legge 482/99, ha sentito la necessità di valutare gli esiti dell'impatto delle iniziative di tutela e di promozione delle lingue minoritarie storiche negli Istituti Scolastici appartenenti a zone geograficamente delimitate, affidando all'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo (INVALSI) il piano di ricerca "Lingue di minoranza e scuola. A dieci anni dalla Legge 482/99".
Lo scopo della ricerca è di effettuare una ricognizione dello stato reale di applicazione della legge sulle minoranze linguistiche, investigando il numero e la tipologia delle scuole coinvolte, i diversi modelli di autonomia scolastica messi in atto dalle scuole stesse, i diversi orientamenti e metodologie d'insegnamento della lingua, i materiali didattici adottati e il tipo di rapporto tra lingua e cultura presente sul territorio nonché le sinergie messe in atto con il territorio medesimo.
I percorsi progettuali presentati dalle Istituzioni Scolastiche nei dieci anni intercorsi dalla promulgazione della Legge 482/99 testimoniano l'impegno professionale profuso per la promozione della lingua e cultura di appartenenza, il profondo vincolo che lega le comunità locali alle loro diverse radici etniche, la fattiva e sinergica collaborazione che si è instaurata tra scuola e territorio. La ricerca in corso cercherà - tra l'altro - di valutare l'entità del contributo reale che i finanziamenti concessi in questi anni alle istituzioni scolastiche hanno portato alla promozione e salvaguardia delle lingue e culture minoritarie.
Sia dai risultati preliminari dell'attività di ricerca commissionata all'INVALSI - che si è avvalsa di informazioni assunte dalle scuole interessate tramite questionario on-line e tramite focus-group con insegnanti, genitori e studenti - sia dalle richieste avanzate dal Gruppo di Studio, di cui al D.D. 17 ottobre 2008 n. 59, all'uopo ricostituito con il compito di offrire indicazioni per la definizione dei criteri generali nel campo delle minoranze linguistiche storiche , emergono significativamente alcune esigenze che appaiono di indubbia rilevanza:
La corrispondenza ai principi proposti favorirà non solo la promozione delle lingue minoritarie ai sensi della Legge 482/99, ma anche una risposta positiva a quella sfida salutare costituita dalla diversità linguistica proposta dalla Commissione delle Comunità Europee (Bruxelles 18/9/2008), di cui in premessa.
Anche quest'anno tutte le scuole dell'infanzia, le scuole primarie e le scuole secondarie di primo grado interessate all'uso della lingua minoritaria, sono invitate a presentare - per il biennio 2009/2011 - propri percorsi progettuali in rete, purché siano site in "ambiti territoriali e subcomunali delimitati in cui si applicano le disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche storiche" (legge 15 dicembre 1999 n. 482 art.3) ed in linea con le indicazioni sottoriportate.
Pertanto, premesso quanto sopra emerso e tenuto conto delle esperienze delle iniziative progettuali rivelatesi più incisive nella valorizzazione delle lingue minoritarie e in considerazione delle pressanti esigenze di razionalizzazione e di contenimento della spesa per un uso efficace ed efficiente delle risorse economiche a disposizione, anche alla luce delle forti riduzioni dei finanziamenti previsti, si forniscono di seguito indicazioni e chiarimenti sulle caratteristiche ed i criteri cui devono essere improntati i progetti per l'ammissione ai finanziamenti di cui alla L. 482/99:
Pertanto saranno ammessi al finanziamento soltanto i progetti ad articolazione biennale presentati dalla scuola capofila entro il termine stabilito, corredati da un accordo di rete formale con almeno altre due Istituzioni Scolastiche.
Priorità
Una volta effettuata la valutazione preventiva per riscontrare l'osservanza delle condizioni minime previste al paragrafo precedente, il Gruppo di Studio incaricato della valutazione effettuerà l'esame delle iniziative progettuali, presentate dalle Istituzioni Scolastiche capofila, accordando carattere prioritario ai progetti che si siano ispirati ai seguenti criteri:
La pratica veicolare, integrando la lingua con il contenuto e l'insegnamento delle discipline con l'uso della lingua in questione, permette di affrontare i contenuti con un approccio nuovo, originale e più stimolante per gli alunni. Contestualizzando l'apprendimento e concentrando nello stesso insegnamento porzioni di curricoli diversi si realizza un'importante economia dei tempi. In questo modo, nel rispetto dell'autonomia scolastica e previo assenso dei genitori, l'uso veicolare e contestuale delle lingue minoritarie, attraverso l'insegnamento dei contenuti disciplinari del curricolo come la storia, la geografia etc, trasforma le stesse lingue minoritarie storiche in lingue "vive" rendendo il loro apprendimento più efficace.
Nella programmazione e realizzazione degli interventi formativi, le istituzioni scolastiche potranno avvalersi della consulenza e della collaborazione delle Università e delle loro diverse articolazioni (Dipartimenti e Facoltà), degli enti o dei centri di ricerca accreditati per la formazione anche a livello nazionale.
Il finanziamento di tale attività di formazione certificata e qualificata dovrà essere in linea con le indicazioni vigenti in materia.
Indicazioni Operative
Nella descrizione dei progetti, si raccomanda di focalizzare gli obiettivi, rilevare il numero dei destinatari, articolare le azioni tra le scuole partner, suddividere gli oneri finanziari ed infine curare che siano indicate le azioni di monitoraggio e di valutazione dell'attività, nonché di diffusione dei risultati.
Le scuole, nell'elaborazione delle proposte, dovranno rapportarsi ad uno "standard" di costi entro cui siano previste esclusivamente spese necessarie per la realizzazione delle iniziative di insegnamento e formazione, tenendo sempre conto dei criteri precedentemente esposti.
Il finanziamento che sarà disposto da questo Ministero sarà pertanto opportunamente ripartito e assegnato rispetto alle esigenze progettuali espresse dalle scuole e in relazione alle effettive disponibilità di cassa del relativo capitolo della spesa, in base alle determinazioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
L'invio dei progetti da parte delle istituzioni scolastiche dovrà essere effettuato presso il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l'Autonomia Scolastica, Ufficio X, V.le Trastevere 76/A - 00153 Roma, entro e non oltre il 10 ottobre 2009.
Le proposte saranno prese in considerazione se corredate dei seguenti elementi:
Si raccomanda l'invio all'indirizzo e-mail delle sole schede allegate; qualsiasi altra documentazione (progetto o delibera o accordo di rete) dovrà pervenire tramite servizio postale all'indirizzo suindicato.
Si ricorda, inoltre che la scheda - formulario è una sintesi del progetto e non sostituisce il progetto stesso, in mancanza del quale l'eventuale proposta non potrà essere presa in esame.
Si prega di voler dare la più ampia diffusione alla presente circolare.
IL DIRETTORE GENERALE
F.to Mario G. Dutto