De Mauro presenta la nuova scuola - (Testo integrale qui)
Il ministro Tullio De Mauro ha preso atto delle conclusioni a cui è giunta la commissione incaricata di proporre nuovi percorsi e materie di studio e nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la sede del provveditorato di Roma ha illustrato tutte le novità. La riforma
partirà a settembre e riguarderà i bambini della prima e
seconda classe. Un anno dopo sarà il turno del primo anno delle
superiori. |
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Il documento del Ministro, 140 cartelle che sintetizzano proposte di esperti e pedagoghi di varie aree tematiche, attribuisce fondamentale importanza alle competenze linguistiche e afferma che la scuola di base dovrà garantire la conoscenza della lingua italiana e di due lingue europee moderne, di cui una sarà l'inglese. Una lingua straniera comunitaria sarà studiata fin dal primo anno del ciclo di base, l'altra nel biennio conclusivo. Nello stesso tempo si raccomanda il mantenimento della lingua madre per i ragazzi la cui lingua d'origine sia diversa dall'italiano o da una delle lingue studiate.
Ecco una sintesi delle principali novità:
Italiano: tre
fasi di apprendimento
L'apprendimento della lingua italiana sarà diviso in tre fasi finalizzate
all'uso della lingua. Saranno usati anche testi letti ad alta voce in classe
dai docenti, leggende e fiabe. Lo studio dell'italiano sarà approfondito
attraverso strumenti didattici come indovinelli, proverbi, giochi linguistici,
canzoni, poesia epica e lirica, testi autobiografici e diari.
Matematica:
misurare la realtà
Secondo la Commissione, la matematica è strumento essenziale per
capire, descrivere e interpretare la realtà. Il linguaggio e il ragionamento
matematico devono essere considerati anche nella scuola strumenti per l'interpretazione
del reale e non puro bagaglio astratto di nozioni difficili da apprendere e
da mantenere nel corso della propria vita.
La Commissione invita a collegare strettamente le esperienze di vita e la riflessione su di esse con un progressivo processo di astrazione tipico delle procedure matematiche. A partire da esperienze vissute nella scuola dell' infanzia e nei contesti di gioco della vita familiare e sociale, bambine e bambini dovranno maturare consuetudine con il calcolo, dovranno imparare a intuire, a immaginare, a porsi dei problemi. Competenze più complesse saranno a mano a mano acquisite nel percorso scolastico, da quelle di calcolo a quelle di immaginazione geometrica, da quelle delle analisi di dati e lettura delle loro rappresentazioni (capacità di lettura di grafici e tabelle) a quelle più immediatamente culturali.
Storia: memoria
e coscienza
L’insegnamento della storia avrà due cardini principali: la centralità
della storia generale e lo stretto rapporto della storia con le discipline geografiche
e sociali. La storia è un sapere indispensabile perché serve a
leggere e a capire la realtà e perché svolge un ruolo fondamentale
nella strutturazione della memoria e coscienza storica. La storia generale è
proposta in forma distesa (cinque anni) evitando le attuali ripetizioni di programma.
La fase iniziale del curricolo serve per prepararsi a questo lavoro: in un primo
periodo (cinque anni, tra la scuola dell'infanzia e primi due anni della scuola
di base) le bambine e i bambini vengono guidati alla conoscenza e all' uso di
"parole chiave", necessarie per comprendere il mondo: dalla famiglia, alla società,
alla religione, all' ambiente. Nel terzo e nel quarto anno della scuola di base
cominciano a prendere conoscenza di vari tipi di società, vicine e lontane
nel tempo e nello spazio, in modo da acquisire un "lessico storico di base",
che renda più agevole ed efficace il successivo studio della storia generale,
che verrà svolto durante gli ultimi tre anni della scuola di base e i
primi due della scuola secondaria, fino al compimento dell' obbligo. Nella fase
finale del curricolo (gli ultimi tre anni della scuola secondaria) gli studenti
utilizzeranno la storia cronologica come quadro di riferimento all'interno del
quale saranno approfonditi temi specifici da trattare con particolare attenzione
alle fonti e al dibattito storiografico, in modo da sviluppare l' approccio
critico alla disciplina, scelti dagli insegnanti tenendo conto sia delle finalità
generali dello studio della storia sia delle caratteristiche culturali dei vari
indirizzi. Questo criterio potrà essere applicato anche nel biennio iniziale
del ciclo secondario, in particolare nel liceo classico-umanistico, dove saranno
affiancati al programma comune di storia moduli specifici di storia greca e
romana, che consentano agli studenti di avere un quadro storico e culturale
approfondito del mondo al quale si avvicinano attraverso le lingue classiche.
Geografia: spazio, tempo e società
Nel primo biennio della scuola di base le parole chiave sono quelle che i bambini già usano e che potranno riutilizzare nello studio più propriamente disciplinare: prima, lontano, famiglia, traccia, religione, lavoro ecc.
Nel terzo e nel quarto anno della scuola di base, accanto allo studio dei grandi quadri sociali, si aggiunge lo studio dei relativi ambienti naturali (pianura, montagna, foresta) o sociali (campi agricoli, vie di comunicazione, città
Nel triennio finale della scuola di base, storia e geografia procederanno di pari passo.
Educazione civica: autonoma rispetto alle altre materie
L’educazione civica, finora poco insegnata e poco studiata, avrà finalmente spazi autonomi, con un consistente numero di ore annue, ed una valutazione autonoma.
Si dovrà studiare la Costituzione e l’ordinamento della Repubblica oltre ai temi della cittadinanza, della convivenza civile, della diversità e del rispetto.
Immagine e arte:
multimediale "con juicio"
La scuola parte dall'influenza che hanno i linguaggi delle immagini (televisione
in testa) sui processi cognitivi, affettivi, sui modelli di comportamento e
sulla cultura giovanile.
E’ fondamentale che i bambini imparino a ricevere il più consapevolmente e correttamente possibile i linguaggi delle immagini, in modo da fruire correttamente dei messaggi dai quali sono costantemente investiti.
L' approccio culturale
al mondo delle immagini completa il patrimonio delle abilità, capacità
e conoscenze relative ai linguaggi e al loro uso sociale, integrando le diverse
forme della comunicazione (scritta e orale, gestuale, musicale e iconica).
Agli alunni saranno assicurate esperienze di apprendimento di tipo interdisciplinare
attraverso la proposta di laboratori nei quali la produzione e la fruizione
del mondo delle immagini e dei beni culturali sia collocata in precisi contesti
ambientali, storici e artistici.
Due lingue straniere
europee
I programmi prevedono lo studio di due lingue comunitarie, per un totale
di 500+200 ore di insegnamento. La prima lingua si inizierà a studiare
sin dal primo anno. La seconda lingua comunitaria sarà studiata a partire
dal sesto anno ed ogni scuola potrà deciderla in piena autonomia. Gli
studenti riceveranno inizialmente (dopo cinque anni) un certificato di competenza
mentre, al termine degli ultimi due anni del settennio, riceveranno un attestato
superiore.
Scienze: dalla realtà alla teoria
La Commissione basa l’insegnamento delle scienze su due principali esigenze: combattere il sempre piu' diffuso analfabetismo scientifico e guidare gli allievi verso esperimenti scientifici con fenomeni e fatti concreti, imparando a ragionare partendo da essi.
I percorsi da seguire, dopo il primo biennio, saranno interdisciplinari: ogni insegnante interverrà con le proprie competenze.
Educazione fisica: diventa "corpo e movimento"
L’educazione fisica non sarà una semplice educazione della corporeità, ma anche uno sviluppo consapevole della propria persona e dei propri rapporti con gli altri.
A partire dalla prossima settimana il documento del ministro sarà discusso nelle scuole. Seguiranno i sindacati e in seguito, probabilmente alla fine del mese il ministro emetterà il decreto per partire con la riforma dal prossimo anno scolastico.
L’applicazione della riforma, ovviamente, dipenderà dall’esito delle prossime elezioni politiche: il presidente del Ccd Pier Ferdinando Casini, possibile ministro della Pubblica Istruzione in caso di vittoria del Polo, ribadisce che in caso di vittoria alle elezioni uno degli obiettivi del centrodestra sarà quello di abrogare la nascitura riforma dei cicli scolastici, ma "in modo graduale". (RdS)
7 febbraio 2001