Otto miliardi di euro per la riforma


Il Consiglio dei Ministri, su proposta del mnistro Moratti, ha approvato il piano pluriennale di investimenti a sostegno del sistema educativo nazionale predisposto dal Miur in base alla legge 53/2003. I fondi erogati ammontano in totale a 8.320 milioni di Euro in cinque anni, dal 2004 al 2008.

Gli investimenti previsti nel piano pluriennale sono diretti a sostenere il sistema educativo nazionale in tutti i suoi aspetti e nelle singole fasi:

  1. riforma degli ordinamenti e degli interventi connessi con la loro attuazione;
  2. sviluppo e valorizzazione dell'autonomia scolastica;
  3. istituzione del Servizio nazionale di valutazione del sistema di istruzione e formazione;
  4. sviluppo delle tecnologie multimediali e della alfabetizzazione delle tecnologie informatiche;
  5. sviluppo dell'attività motoria e delle competenze ludico-sportive degli studenti;
  6. valorizzazione professionale del personale docente;
  7. iniziative di formazione iniziale e continua del personale;
  8. rimborso spese per autoaggiornamento del personale docente;
  9. valorizzazione professionale del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario;
  10. interventi per l'orientamento contro la dispersione scolastica e per assicurare la realizzazione del diritto-dovere di istruzione e formazione;
  11. interventi per lo sviluppo dell'istruzione e formazione tecnica superiore e per l'educazione degli adulti;
  12. interventi di adeguamento delle strutture di edilizia scolastica.

Il Consiglio dei Ministri ha inoltre esaminato ed approvato in prima lettura lo schema del decreto legislativo riguardante la definizione delle norme generali relative alla scuola dell'infanzia e al primo ciclo dell'istruzione.

Lo schema di decreto legislativo costituisce la prima attuazione della delega legislativa prevista dalla legge 53/2003 e definisce le norme generali per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione.

Queste le principali novità:

- l'anticipo graduale delle iscrizioni alla scuola dell'infanzia delle bambine e dei bambini che compiono i tre anni, e alla scuola primaria dei bambini e delle bambine che compiono i sei anni entro il 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento. Per la scuola dell'infanzia, l'anticipo ha carattere sperimentale. Per gli anni scolastici successivi potranno essere disposte ulteriori anticipazioni ai nati fino al 30 aprile con decreto del Ministro;

- la riorganizzazione dell’orario scolastico con queste caratteristiche:

  1. per la scuola dell'infanzia da un minimo di 24 a 30 ore settimanali a scelta delle famiglie;
  2. per la scuola primaria, 27 ore obbligatorie e 3 ore di attività e insegnamenti opzionali (obbligatori per la scuola e facoltativi per gli allievi), per un totale massimo di 30 ore settimanali;
  3. per la scuola secondaria di primo grado, 27 ore obbligatorie e 6 ore di attività e insegnamenti opzionali (obbligatori per la scuola e facoltativi per gli allievi), per un totale massimo di 33 ore settimanali.

- l'affidamento, per l'intera durata del corso sia della scuola primaria, sia della scuola secondaria di primo grado, al docente "tutor", delle funzioni di orientamento per la scelta delle attività opzionali, di coordinamento delle attività educative e didattiche, di cura delle relazioni con le famiglie e di cura della documentazione del percorso formativo compiuto dall'allievo;

- l'introduzione del portfolio delle competenze, che dovrà documentare il percorso formativo seguito da ogni allievo fin dalla scuola dell'infanzia

- l'introduzione dell'insegnamento della lingua inglese e dell'alfabetizzazione informatica fin dal primo anno della scuola primaria;

- l'introduzione della seconda lingua europea e il potenziamento dell'alfabetizzazione informatica a partire dalla prima classe della scuola secondaria di primo grado;

- la frequenza di almeno tre quarti dell'orario annuale per ciascun studente ai fini della validità dell'anno, a partire dalla scuola secondaria di primo grado;

- la valutazione, periodica e annuale, a partire dalla scuola secondaria di primo grado, affidata ai docenti, dovrà accertare il raggiungimento di tutti gli obiettivi formativi ai fini del passaggio al periodo didattico annuale o biennale successivo, valutando anche il comportamento degli alunni, e ferma restando la possibilità di non ammettere all'anno successivo dello stesso biennio in caso di accertate gravi carenze;

- l'abolizione dell'esame di Stato alla fine della quinta classe della scuola primaria, per favorire la continuità didattica.