Riordino dei cicli
Il ministro della Pubblica Istruzione De Mauro ha reso noto lo schema di regolamento che definisce gli ambiti e le discipline della scuola di base e i relativi orari. Esso contiene in allegato, come parte integrante del decreto, le indicazioni nazionali che consentiranno alle scuole la costruzione dei propri curricoli obbligatori, tenendo conto delle esigenze delle singole realtà. |
L'orario del curricolo obbligatorio della scuola di base risulta dalla somma del monte ore previsto per gli ambiti disciplinari e le singole discipline, dalle ore settimanali di insegnamento della religione cattolica e dalle 200 ore annuali della quota obbligatoria riservata alle singole istituzioni scolastiche.
I primi due anni prevedono la presenza di tre ambiti:
I tre anni successivi prevedono la presenza di quattro ambiti:
Gli
ultimi due anni prevedono la presenza delle seguenti discipline:
italiano (orario biennale 260 ore); prima lingua europea moderna (130 ore);
seconda lingua europea moderna (80 ore); arte e immagine (106 ore); musica (106
ore); scienze motorie (120 ore); storia; geografia; scienze sociali (220 ore);
matematica (240 ore), scienze (180 ore); tecnologia (130 ore).
In attesa della revisione di taluni punti dell'Intesa tra l'autorità
scolastica italiana e la Conferenza Episcopale Italiana, l'insegnamento della
religione cattolica è previsto nell'intero settennio secondo gli accordi
vigenti, vale a dire due ore settimanali nei primi cinque anni, un'ora settimanale
negli ultimi due.
L'unitarietà del percorso formativo del settennio del ciclo di base è
caratterizzata dal progressivo passaggio dagli ambiti alle discipline. L'organizzazione
di tale percorso è funzionale ai tempi dello sviluppo cognitivo e affettivo
degli allievi e ai diversi modi e ritmi con cui essi imparano, sulla base delle
decisioni che ciascuna istituzione scolastica potrà adottare.
Nei primi due anni si concreta il passaggio dai campi di esperienza della scuola
dell'infanzia ai tre ambiti già ricordati. In questo biennio è
prevista la presenza di un numero senz'altro contenuto di docenti, che programmeranno
il loro insegnamento, con le flessibilità garantite dal regolamento dell'autonomia,
secondo le finalità del Piano dell'offerta formativa della propria istituzione
scolastica e secondo le loro scelte e competenze.
Nei tre anni successivi si avvia il passaggio dagli ambiti alle discipline e
gli allievi cominciano a possederne alcuni fondamenti più formalizzati.
È appunto in tale fase che aumenta progressivamente il numero degli insegnanti.
Nell'ultimo biennio, quando il curricolo prevede la presenza di un più
consistente numero di discipline, il numero dei docenti aumenta ulteriormente.
La struttura del documento contiene una prima parte che illustra il senso della
riforma: la scuola secondo Costituzione; il passaggio dal programma al curricolo,
la formazione alla cittadinanza e la valorizzazione delle differenze nonché
i principi per la valutazione didattica e per la valutazione di sistema. Segue
un'ampia sezione dedicata alla scuola dell'infanzia, che costituisce parte integrante
del sistema educativo nazionale. Si passa poi alla scuola di base, di cui vengono
prima illustrati i connotati culturali e organizzativi e poi vengono date le
indicazioni nazionali che consentiranno alle scuole la costruzione dei propri
curricoli obbligatori.
28 febbraio 2001